Abbiamo la fortuna di vivere in un epoca di grandi fotografi.
Uomini e donne che dedicano la propria vita alla fotografia che usano le loro doti per raccontare una parte di mondo. Fotografi Food che raccontano il cibo, fotografi di paesaggio, fotografi o meglio reporter che raccontano la vita, la guerra, e gli eventi di questo tempo. Qualche giorno fa ti ho parlato di Gabriele Micalizzi, oggi voglio parlarti di un altro grande fotografo contemporaneo.
Riepilogo Articolo - Luca Cazzaniga
Alex Majoli chi è?
Le biografie ci narrano che Alex Majoli è nato a Ravenna nell’aprile del ‘71 e che è sempre stato appassionato di fotografia.
La sua vocazione per l’avventura si manifesta dopo aver conseguito nel 1991 il diploma all’Istituto d’Arte della sua città e, libero da impegni di studio, decide di seguire la crisi del Balcani recandosi sia in Kosovo che nell’Albania appena uscita dalla ferrea dittatura che l’aveva caratterizzata fino al crollo del Blocco Sovietico.
Per l’agenzia di Grazia Neri, Alex testimonia la guerra che affligge l’allora Jugoslavia e che determinerà lo smembramento della stessa negli Stati Sovrani esistenti attualmente.
La sua passione per il reportage, sarà un traino fondamentale per Majoli che ritrarrà con uno stile secco ma incisivo i diversi conflitti dei quali sarà testimone diretto.
Per Alex Majoli esistono diversi tipi di conflitto e ne darà un inequivocabile segnale quando, nel 1994 in veste di fotogiornalista, realizzerà quella che è la sua prima vera opera che lo lancia a livello internazionale. Si tratta di un reportage che realizza in Grecia, all’isola di Lero e che ha come obiettivo l’ospedale psichiatrico che sta chiudendo i battenti.
- Risoluzione video: 4k dci 2160p
- Risoluzione del sensore ottico: 26.1 megapixel
Le toccanti immagini di Majoli vengono utilizzate per la realizzazione del suo primo libro intitolato Leros, considerato dai critici come il suo bigliettino da visita.
Dopo questa esperienza, Alex ha bisogno di spaziare su nuovi orizzonti e per questa ragione volerà nel Sud America per ritrarre una poderosa testimonianza del Sud del mondo che verrà codificato nel personalissimo progetto Requiem in Samba.
Dopo tante collaborazioni, nel 1996 inizia a lavorare anche per l’agenzia fotografica Magnum, la più famosa agenzia fotografica mondiale e per portare avanti Hotel Marinum, un progetto a largo respiro che vuol narrare le città portuali di diversi Paesi.
Nel 2001 diviene membro effettivo della Magnum Photos della quale rivestirà anche il ruolo di presidente dal 2011 al 2014.
Famosi sono i suoi lavori svolti in Afghanistan dove ritrae anche i guerriglieri talebani, Iraq, Lettonia e Ruanda dove ricava materiale sia per le sue foto che per i suoi documentari e corti.
In varie occasioni viene premiato a livello internazionale ricevendo attestazioni per la qualità del suo lavoro che vede, nel 2004 l’allestimento di una installazione e di una mostra a New York – città dove vive e lavora – a Off Brodway, in collaborazione con altri fotografi di calibro internazionale.
Migranesimo è un opera del 2016 nella quale Alex Majoli pone delle serie riflessioni sulla condizione umana e sulle migrazioni che stanno a testimoniare il divario esistente tra Paesi ricchi e Paesi sottosviluppati.
- Mabanckou, Alain (Autore)
Uno stile inconfondibile
Si può dire che lo stile di Majoli è rimasto saldo sul suo modo inconfondibile di narrare gli eventi, semmai, assunto contorni di una indiscussa maturità guadagnata attraverso l’esperienza vissuta.
Il concept essenziale è quello che contraddistingue uno dei fotografi più famosi del mondo è quello che dovrebbe animare ogni fotoreporter che, attraverso le immagini da lui catturate, deve testimoniare e trasmettere le sensazioni ed i sentimenti che immortala nello stesso attimo in cui scatta la foto.
Ecco quindi che devono trasparire gioia ma anche tristezza, dolore, violenza, paura…ed è esattamente questo, quanto riescono a trasmettere le immagini di Majoli che fermano immagini da lui vissute direttamente.
Si tratta di un compito che un fotoreporter di guerra, deve sapere utilizzare per narrare momenti nei quali le parole risulterebbero essere inutili e ridondanti in confronto di una foto che sa parlare in modo esaustivo. Non solo una immagine, ma una storia che deve aprirsi nella mente dello spettatore.
Per questo, Majoli cerca di enfatizzare gli avvenimenti laddove questi debbano esprimere sensazioni crude e potenti nello stesso momento come dolore, malinconia, smarrimento, utilizzando sapientemente il bianco & nero che riesce magnificamente ad interpretare sia il dolore di un conflitto che le espressioni di silenti protagonisti che soffrono, si ribellano, sperano.
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Facile dirsi ma più difficile realizzarsi una foto d’effetto che celebra la lungimiranza di un fotografo che si trova nel momento giusto al posto giusto: opportunità queste che Majoli ha vissuto durante la sua vita professionale e che ha permesso alla sua tecnica di perfezionarsi, scegliendo tempi di scatto brevi e aperture focali molto dinamiche.
Alex può considerarsi anche un fotografo di strada molto interessato a narrare il quotidiano della gente o di un determinato posto che poi tende a confrontare con altre realtà.
Ama usare la controluce: tecnica questa, che impone uno scrupoloso controllo della camera per evitare il rischio di realizzare una foto scura soprattutto se utilizza il bianco & nero. Ecco la ragione per la quale gestisce i parametri dello scatto, l’uso di particolari impostazioni ed il bilanciamento del bianco, con lo scopo di ottenere una fotografia di effetto e non una banale o troppo cupa.
Che macchina fotografica utilizza
Alex Majoli preferibilmente utilizza macchine fotografiche compatte perché le trova comode da trasportare soprattutto per viaggiare leggeri e pronti a scattare senza cadere in tentazione di cambiare obiettivo. I risultati riscontrati, non sono poi così differenti da quelli ottenuti con una reflex.
Ovviamente ha utilizzato una Leica 35mm (M4 e M6) quando è passato al digitale Alex preferisce servirsi della fedele Olympus micro quattro terzi e ultimamente usa anche fotocamere Fuji.
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Le sue pubblicazioni
Ecco le pubblicazioni di Alex Majoli:
- Leros, 68 immagini, Trolleybooks, Londra 2002,
- One vote Filigranes Editions, Paris 1999/2000,
- Libera me, 14 immagini, Trolleybooks, Londra, 2011
- Requiem in Samba,
- Hotel Marinum,
- Congo (con Paolo Pellegrin), Aperture, New York, USA 2009
- Mabanckou, Alain (Autore)
Conclusione
Quando si parla di fotografia si entra in un universo ricco di sfaccettature che denunciano molteplici tipi di stili, interpretazioni e tecniche.
Alex Majoli, fotografo famoso a livello internazionale ha le sue caratterizzazioni che ne formano uno stile per certi versi unico. Ciò che tuttavia risalta indipendentemente dal soggetto ripreso, è l’intuizione che Majoli riesce a coniugare con una creatività fuori dai normali standard.
Qui entra in ballo una seconda vista capace di intuire quanto accadrà e, soprattutto, una sorta di precisa percezione che rende Alex complice attivo di quella determinata scena che trasformerà in una immagine ricca di stimolanti sensazioni che si trasmetteranno anche nel remoto spettatore che avrà la fortuna di vedere quella foto.
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