Storia da raccontare con il cibo (lo storytelling)

Abbiamo visto tutti quella fotografia che ci ha fatto riflettere e ci ha ricordato qualcosa di particolare, che ci è successo qualche giorno prima, o che ci ha ricordato un altro evento importante che abbiamo vissuto, direttamente o indirettamente. 

Forse la tua immaginazione ti ha fatto vivere una storia, guardando una determinata fotografia. In questo articolo, il mio obiettivo è aiutarti a capire cos’è la fotografia narrativa e come puoi padroneggiare elementi visivi narrativi per creare una fotografia food avvincente..

Che cos’è lo storytelling in fotografia?

La storytelling tramite la fotografia è un’immagine che cattura un momento con tensione, ispirazione ed emozioni. Racconta la storia di un determinato “argomento” senza usare video o parole.

Contrariamente ai film, dove hai migliaia di fotogrammi per raccontare una storia, qui hai solo uno scatto. Alcuni potrebbero vedere questa limitazione come un ostacolo. Tuttavia, può anche essere una straordinaria opportunità per te di liberare la tua fantasia e il tuo ingegno! Devi solo capire la necessità di essere metodici durante la creazione della composizione e lo storytelling fotografico.

Si la soluzione è avere metodo!

Perché lo storytelling è importante nella fotografia?

A differenza di una semplice immagine che fornisce solo dati o fatti casuali, un’immagine narrativa ispira le persone (pensa a tutte le foto dei fotografi famosi che ti hanno ispirato), le fa pensare e invoca le loro emozioni. In altre parole, può avere un impatto maggiore. Sebbene sia più difficile creare un’immagine del genere, questi momenti possono aiutarti a esprimere ciò che provi per qualcosa, inviare un messaggio importante o mostrare un’idea con la tua fotografia. 

Di conseguenza, migliorerai la connessione tra te e il tuo pubblico, aumentando il fattore virale delle tue immagini o persino attirando nuovi clienti, verso la tua attività commerciale.

Lo storytelling è una componente essenziale di qualsiasi forma d’arte e la Fotografia Food non fa eccezione. 

Mi ci sono voluti diversi anni per capire e focalizzare l’importanza e il valore dietro lo storytelling. 

Per moltissimo tempo ho creduto che bellissimi oggetti di scena producessero immagini impressionanti. Mi sono sempre posto alla fotografia di food come se l’importante era avere una bella fotografia, dimenticandomi totalmente che la funzionalità della foto è molto più importante della bellezza in senso lato.

Posso avere delle foto bellissime fotograficamente che però non raccontano e non esprimono al meglio quello che è il messaggio che bisogna trasmettere.

L’eleganza è un valore che può far attirare tantissimi clienti nel tuo locale, e l’eleganza nei piatti che fotografi per raccontare il tuo locale deve uscire in modo evidente.

Ma se ti rivolgi a persone che amano mangiare in abbondanza, e presenti con la fotografia, piatti eleganti, fotografati in modo eccelso, non otterrai quello che vuoi, perchè il target al quale ti rivolgi non vuole venire nel tuo locale, almeno non vuole come lo stai raccontando.

Tornando al mio passato, dove non avevo ancora capito l’importanza e anche l’essenza della fotografia che racconta storie. Era un periodo dove ho accumulato oggetti di scena fantasiosi e lo facevo quasi in maniera compulsiva, come se quegli oggetti fossero la mia coperta di Linus.

Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che la “Storia” era la spina dorsale di quello che la fotografia food e di prodotto è per me. Ma quando è arrivato il momento della svolta ho cambiato approccio verso ogni aspetto della fotografia: illuminazione, stile, composizione, conoscenza della mente umana.

Perché hai bisogno di una storia?

Può sembrare un cliché, ma il cibo è esperienza, è vivere emozioni è completamento dei sensi.

Qualche anno fa, mi hanno chiesto quali fossero le azioni che coinvolgessero tutti e 5 i sensi in equal importanza, allora sono rimasto a pensare un po’.

La risposta è che siamo coinvolti totalmente attraverso i 5 sensi, quando facciamo l’amore, e quando mangiamo.

Soffermandoci sul mangiare, prova a pensare a due cose:

– se vai in un ristorante dove è tutto quasi perfetto, ma c’è troppo rumore, o c’è un cattivissimo odore, o i piatti (sepur buoni) ti vengo presentati come dei mappazzoni, probabilmente non vivi una gran bella esperienza.

– che la fotografia ha dalla sua, un solo senso da sfruttare, e deve farlo assolutamente al meglio, e per farlo al meglio bisogna conoscere tutte le dinamiche dell’organo collegato in modo fortissimo con la vista, il cervello.

Quando fai una foto food devi ricordarti che devi far provare al tuo pubblico: gusto, consistenza, temperature, sapori, odori e rumori attraverso solamente i loro occhi ed è una cosa molto complessa da fare. 

Ma, se sai come stimolare, non gli occhi, ma il cervello delle persone hai fatto centro, e potrai trasformare una “semplice” fotografia in uno strumento che regala emozioni. Per poterlo fare hai bisogno di una storia.

Un studio del 2014, condotto da Adaptly, Facebook e Refinery29, ha scoperto che le campagne su Facebook che raccontano la storia di un marchio – qui lo chiamano “contenuto sequenziato” – prima di chiedere alle persone di acquistare qualcosa, hanno funzionato in maniera molto più efficaci di quelle che si concentravano immediatamente sulla realizzazione del vendita.

Quindi cos’è una storia raccontata con una fotografia food?

È un semplice messaggio sul cibo che vuoi condividere con il tuo pubblico. Una storia è in genere:

• Un sentimento/umore/una situazione comune che vuoi trasmettere
  • Zuppa “calore come quando si mangia un piatto in augurnno/inverno”
  • Dessert ‘Un momento felice da ricordare, o la quotidianità nella colazione’
  • Bevanda “Un’estate rinfrescante in compagnia di amici (si lo sò che sti pensando ad una buona birra fresca)”
• Un’emozione che vorresti scatenare
  • Un piatto preferito da bambino che ti ricorda l’Infanzia
  • Un Cibo particolare che viene cucinato a casa tua da diversi anni “tradizionale”
  • Una Ricetta tramandata da generazioni che ti ha insegnato la “Nonna”
• La specialità che ha bisogno di un punto culminante
  • Texture (croccante)
  • Ingredienti (mele)
  • Sapore (aglio)
  • Sapore (piccante)

Sono esempi di cosa il cibo può trasmettere, che va oltre al semplice gusto.

Hai presente Ratatouille, quando il critico Anton Egò assaggia la Ratatouille di Rémy? se non te lo ricordi o non l’hai mai visto, qui sotto trovi la scena del film.

In questa scena, Anton Ego, non ama solo la portata, ama il ricordo e l’esperienza che quell’assaggio gli ha fatto vivere.

Ecco una fotografia food, ha l’obbligo di mirare a questo. E NON basta che sia bella tecnicamente, La Ratatouille è un piatto povero, ma ricco di ricordi per Anton Ego.

La domanda che ti devi fare quando scatti una foto non è quale luce devo utilizzare, quale obiettivo, quali props devo usare, ma:

“Cosa vuoi mostrare / evidenziare? quale sentimento/situazione vuoi raccontare”. Questo ti aiuterà ad arrivare alla tua storia.

Perché le storie sono potenti?

Sono un fotografo che è stato autodidatta per una parte della propria vita, e che un’altra buona parte ha studiato tanto, sgobbando e facendosi il mazzo.

Una parte significativa del mio apprendimento deriva dall’osservare attentamente le immagini degli altri. 

Esamino tante belle fotografie, ogni giorno è uno dei miei obiettivi di apprendimento e lo faccio religiosamente da alcuni anni a questa parte. 

Durante i miei primi anni di apprendimento della fotografia, ho notato che alcune immagini hanno attirato la mia attenzione molto più di altre. A poco a poco, ho iniziato a prendere coscienza dei dettagli e degli aspetti che mi hanno fatto dedicare più tempo a queste immagini.

Oggi posso dire che tutte quelle foto che hanno attirato la mia attenzione perchè hanno raccontato una storia, che altre fotografie, anche belle stilisticamente non mi sono riuscite a trasfmettere. 

Il centro delle mie foto food, tutto parte dalla storia da raccontare:

Dai una sensazione autentica alle tue immagini:

Inizia con il raccontare le tue storie, che sono uniche per te e ti appartengono appieno.

Se sei in grado di tradurre delle storie in immagini, riuscirai a rendere le tue fotografie uniche e autentiche. Quella sensazione che le tue immagini alla fine parleranno è il principale fattore di differenziazione che stai cercando.

Aiutano a determinare la tua luce:

Sappiamo tutti che la fotografia è incentrata sulla luce. 

Personalmente la fotografia food è incentrata sul duetto “Luce e Storia” dove è la storia che guida e la scelta della luce deve valorizzare al massimo quella storia.

Un’immagine che cattura una “zuppa invernale” richiede una luce totalmente diversa rispetto a un “Panino estivo mangia e vai“. 

Se conosci la tua storia, conoscerai la tua luce!

Servirà come guida per lo stile e a scegliere oggetti di scena adatti:

Lo styling alimentare consiste nel dare vita alla tua storia. Richiede una selezione molto ponderata di oggetti di scena che creano connessioni pertinenti alla tua storia. 

È un processo piuttosto complesso e conoscere la tua storia ti aiuterà a semplificarlo. 

Ti aiuta a vedere l’immagine come un insieme di elementi correlati che si uniscono in modo coeso per dargli una profondità e per trasmettere un messaggio. Se conosci la tua storia ed il protagonista è un eroe, ti verrà l’idea di allineare i tuoi oggetti di scena in modo adeguato e quasi senza sforzo.

Se è un evento della “tradizione” che vuoi evidenziare, pensa a ciò che è speciale e unico al riguardo; questo guiderà la tua selezione di oggetti di scena. 

Se è la ricetta di tua madre o tua nonna che vuoi mostrare, immagina il loro processo di cucina/cottura nella tua mente e pensa a tutti quegli elementi che ti aiuteranno a riflettere quella visione. Non crederai a quanto possa essere potente una storia semplice per il tuo stile.

Ci sono tanti elementi importanti all’interno di una foto, ma personalmente la storia è quella che tira le fila e fa unire i puntini, senza bisogno dei numeri.

Ti fa pensare alle composizioni:

In parole povere, la “Composizione” riguarda tutto quello che riempirà la cornice della tua fotografia e come lo farà. 

La tua decisione di spostarti più in avanti o più indietro, di avere un taglio fotografico da ritratto o da paesaggio, di scattare dall’alto verso il basso o di metterti in linea con il tuo piatto dipendono tutti dalla tua storia.

Vuoi mostrare gli strati di una torta, o la torta nel suo insieme o la torta che è pronta per essere attaccata da una folla? Queste sono le domande che guidano la storia del tuo scatto e quindi la sua composizione.

Suggerimenti per la fotografia di storytelling

Dopo aver inquadrato cosa penso dello storytelling nella fotografia food, parliamo di consigli per affrontare al meglio lo storytelling.

Esistono molti modi per raccontare storie. In generale, dovresti concentrarti sull’essere autentico, essere rispettoso del patrimonio culturale e del tempo in cui viviamo, creando collegamenti tra la tua foto e qualcosa che è comprensibile dalla massa. Ecco alcuni suggerimenti per raggiungere questi concetti nella tua fotografia.

1. Ridurre al minimo le distrazioni visive

Tieni presente che un’immagine con un eccesso di informazioni sarà fonte di distrazione. Crea un caos spiacevole alla vista. A causa del panorama reale nell’immaginario, ogni foto ha solo pochi momenti di attenzione dello spettatore. 

Devi far capire il look per il tuo lavoro molto rapidamente. Durante quei pochi secondi, vuoi che il tuo messaggio venga visualizzato e interiorizzato. Invece che avere uno spettatore che deve scansionare l’immagine per trovare ciò che dovrebbero vedere.

Un altro vantaggio di avere meno nella cornice è che crea curiosità. Stai dando allo spettatore le informazioni sufficienti e lasci che la sua immaginazione faccia il resto. 

Suggerimento: puoi eliminare le distrazioni di sfondo se non sono importanti per la tua storia usando una grande apertura per sfocare lo sfondo. 

2. Inizia con il tuo perché

Qual è la tua idea? Chi sarà il pubblico? Perché questa storia? Qual è il modo migliore per creare la tua storia?

Rispondendo a queste domande, il tuo lavoro diventerà molto più chiaro. A volte una certa idea può apparire abbastanza attraente a prima vista. 

Tuttavia, quando pensiamo davvero a quale sarà il tema, per chi, la motivazione e il modo migliore per farlo, possono apparire dei dubbi. Usa questi dubbi per scavare in profondità e trovare risposte migliori.

Se sei in grado di contemplare prima queste domande, le possibilità di creare un’immagine narrativa di successo aumenteranno notevolmente.

Suggerimento: Allenati – inventati delle indicazioni che un potenziale brief ipotetico di un possibile cliente. Mi auto scrivo nero su bianco (o meglio a computer) quali sono le richieste specifiche del cliente.

Esempio concreto: Nel caso specifico il cliente (io) ha chiesto di rappresentare una fetta di un panettone comune (della grande distribuzione) che viene abbandonato da una parte sul tavolo. Questa fetta deve trasmettere un minimo di tristezza, mostrando la sua bellezza, quasi eleganza.

Deve avere spazio per la comunicazione, e deve essere una comunicazione web/cartaceo

Perchè questo esercizio? Lo faccio perché mi da la possibilità di riflettere maggiormente su come comporre e su come illuminare e su come lavorare al meglio in tutta la fase della realizzazione degli scatti cercando di uscire dalla zona di comfort. Inoltre mi da la possibilità di sforzarmi di pensare come qualcun altro (il committente).

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3. Presta attenzione alla tua composizione

Le storie fotografiche di successo attirano l’occhio dello spettatore sull’argomento e sugli elementi importanti della tua storia. La composizione consiste nel conoscere esattamente le informazioni che devono essere nella cornice e dove posizionarle nella cornice per indirizzare l’occhio dello spettatore sul soggetto. 

L’uso di più lunghezze focali è obbligatorio. Utilizzando una focale più grandangolare significa che la posizione o l’ambiente è essenziale per la trama e utilizzare un teleobiettivo se è necessario enfatizzare qualcosa o comprimere la profondità.

Ci sono molte regole di composizione. Conoscere queste regole ti aiuta a esercitarti nel modo più efficace nel raccontare storie fotografiche. 

4. Pianifica la tua storia

A volte, non hai la possibilità di pianificare in anticipo. Ad esempio, se stai affrontando una crisi o una storia in rapido movimento, devi pensare in fretta e agire in fretta.

Nella fotografia food, puoi, o meglio devi, prenderti il tempo per pianificare i dettagli della tua storia. 

Ad esempio, se devi fare una storytelling attraverso la fotografia di food, intervista lo chef, il proprietario del bar/ristorante/bistrot, cerca di capire al meglio l’identità di quel locale, l’uso delle foto che verrà fatto, cosa vogliono trasmettere con quelle foto.

Non dimenticare di te durante la pianificazione. Di quali oggetti di scena, attrezzi e altri accessori avrai bisogno per fare il tuo lavoro?

5. Includi potenti emozioni

Includere le emozioni nella tua storia food è un buon modo per raccontare una storia.

Includere le emozioni nella tua storia attraverso una varietà di modi come linguaggio del corpo, espressioni facciali, oggetti di scena, luce, morbidezza o colori per citarne alcuni. Aiutano il fotografo a creare una vasta gamma di emozioni.

Raccontare il sudore di chi ha cucinato, impiattato e servito quel piatto, aiuta a raccontare al meglio la storia e l’identità di quel locale. Una storia fotografica deve avere una sere di immagini che raccontano un percorso (sta te scegliere da dove partire).

Prova a pensare ci sono film o serie Tv che ricominciano dalla fine e ripercorrono a ritroso le storie, oppure in alcuni libri, come quelli di Ken Follet, la storia viene raccontata intrecciando più vite e situazioni, per poi farli incontrare. (Un piatto di spaghetti alla carbonara, se è la specialità della casa, può essere raccontato partendo dai vari ingredienti singoli, alla loro lavorazione, per poi unirsi nel gran finale)

Conclusione

Raccontare una storia, è qualcosa che ha bisogno di pratica, studio e preparazione. Ma anche bisogno di empatia con l’argomento che andrai a trattare. Non puoi raccontare al meglio il cibo, se non conosci le varie sfaccettature, se il cibo non ti “piace”.